L’interesse degli studiosi e dei curatori dei grandi musei stranieri per la fotografia italiana del Novecento è venuto enormemente crescendo negli ultimi vent’anni. Ma fino alla metà degli anni Novanta, non si disponeva di studi scientificamente attendibili, ossia degli strumenti indispensabili ad una efficace opera di valorizzazione. La fondazione dell’Istituto Superiore per la Storia della Fotografia, nel 1999, è stata decisa per colmare questa lacuna. L’Istituto è nato, in primo luogo, come centro di ricerca e di studi avanzati.
Con la collaborazione di alcuni docenti universitari e specialisti di fama internazionale, è stato elaborato un fitto programma di ricerche, volto inizialmente al recupero del patrimonio archivistico, allo studio, alla catalogazione e alla pubblicazione di inediti repertori di fonti documentarie.
I risultati di queste ricerche sono stati via via pubblicati, in una serie di volumi monografici, di repertori archivistici e di epistolari. Opere la cui produzione è oltre modo onerosa, che nessun editore commerciale avrebbe mai accettato di pubblicare. Una cura particolare è stata posta nella confezione tipografica dei volumi: anche le tecniche di riproduzione tipografica delle fotografie sono state oggetto di sperimentazione, culminato nell’elaborazione di un protocollo originale per il trattamento dei files per la stampa. Con la realizzazione di questi volumi, l’Istituto svolge la sua seconda fondamentale missione, la produzione di edizioni d’arte.
La terza missione sulla quale l’Istituto concentra i propri sforzi è quella dell’organizzazione di mostre temporanee, particolarmente curate negli apparati didattici e didascalici, attraverso i quali è possibile offrire ed estendere al grande

pubblico, dei non addetti ai lavori, i risultati conseguiti con le ricerche ed esposti nelle pubblicazioni.
Di conserva con l’attività di ricerca, le iniziative editoriali e l’organizzazione delle mostre, l’Istituto ha, sin dalla sua fondazione, lavorato alla creazione di una collezione di stampe originali d’epoca (vintage prints), con l’espressa intenzione di trasformarla un giorno nel nucleo del primo museo in Italia interamente dedicato alla fotografia italiana.
Alcune di queste stampe vennero tratte da negativi non più esistenti, e dunque si tratta di pezzi assai rari. In molti casi si tratta degli esemplari esposti in mostre o in occasioni particolari. Ciascuno reca sul verso timbri, annotazioni, gli attestati di partecipazione ai concorsi internazionali.
Ma l’aspetto che, più di ogni altro, desideriamo evidenziare, e che rende la nostra raccolta unica e sostanzialmente diversa da tutte le altre, è il fatto che ogni opera presente in questa collezione sia il frutto di una scelta ben ponderata. Le poche altre raccolte esistenti in Italia sono infatti il sedimento di donazioni occasionali, o il lascito di fondi archivistici di riviste non più esistenti.
Questa raccolta è invece il frutto di un progetto organico e sistematico. Ciascuna opera ha un significato non casuale, ma specifico e strettamente funzionale nell’insieme della collezione, e la collezione nel suo insieme riflette in modo strettamente funzionale i risultati delle ricerche svolte sulla fotografia di quegli anni, e l’interpretazione che si è cercato di darne.
In tal senso l’importanza di questa raccolta trascende il valore delle singole opere: è la collezione nel suo insieme, e il progetto da cui è originata, ad avere un carattere non replicabile.


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